Noi siamo il nostro lavoro?

Quanto ti identifichi con il tuo lavoro?

Alcune persone dedicano talmente tante ore al giorno al proprio lavoro che inevitabilmente si ritrovano ad IDENTIFICARSI con esso.

Basano la loro vita sul lavoro e finché tutto va a gonfie vele l’umore va bene, ma quando le cose non vanno come vorrebbero sai che succede?

Succede che oltre a preoccuparsi del problema lavorativo, mettono in discussione loro stessi, la loro IDENTITA’ e frasi come “ho sbagliato tutto nella vita”, “sono un incapace” ecc… prendono il sopravvento.

Secondo te, è giusto svalutarsi ed essere in balia del proprio lavoro?

Essere in balia del proprio lavoro vuol dire che il nostro umore e la considerazione che abbiamo di noi stessi li facciamo dipendere per esempio dal capo che ci riprende ingiustamente per qualcosa o perché stiamo vendendo di meno quel determinato prodotto, o perché stiamo affrontando un periodo di stallo con poco fatturato ecc…

Si, questi sono problemi LAVORATIVI e sono CIRCOSCRITTI ad un CONTESTO ben definito che è il lavoro.

Tutto questo non ha assolutamente a che fare con quello che SIAMO, che è ciò che ci DEFINISCE davvero.

Ci hai mai fatto caso che appena conosci qualcuno, una delle prime cose che ti chiedono è:

Che lavoro fai?

Probabilmente è perché siamo abituati a farci un’idea della persona in base al lavoro che svolge.

Ma pensaci bene, è assurdo!

Il lavoro è solo una parte della vita di quella persona, ma tutto il resto che fa e che è al di fuori, perché interessa molto meno alle persone?  

Hai mai sentito qualcuno chiedere: che interessi hai? Cosa fai nel tempo libero?

E’ raro e se si chiede lo si fa sicuramente dopo aver fatto la solita domanda: che lavoro fai?

Poi esiste un altro aspetto da prendere in considerazione.

Ci sono persone che si fanno definire dal proprio lavoro e che costruiscono ben poco al di fuori di esso. Non hanno particolari interessi, non coltivano passioni e tutta la propria vita si basa sul lavoro.

Mi viene spontaneo dire che, in questi casi, è normale farsi influenzare totalmente da quello che accade a lavoro se esso è diventato la propria vita a 360 gradi.

Ma il nostro VALORE chi lo definisce? A chi lo facciamo definire nella maggior parte dei casi?

Sopravvalutiamo l’importanza del lavoro al punto tale da costruirci sopra un’identità che spesso non ci rappresenta appieno.

Voglio sottolineare il fatto che il lavoro sia di fondamentale importanza, ma non possiamo permettergli di definirci.

Il lavoro lo vedo come un mezzo che ci permette di metterci alla prova, di prenderci le nostre soddisfazioni, ci permette di avere una sicurezza economica, ci tiene attivi mentalmente e tanto altro, ma è pur sempre un mezzo.

Io amo il mio lavoro e quando lavoro ho la sensazione di non lavorare per quanto mi piace. Ho imparato con gli anni che io sono io, nella mia unicità, nelle mie infinite sfaccettature, nelle mie passioni, nelle mie relazioni, insomma sono molto di più del mio lavoro che comunque amo.

Sai da un po’ di tempo cosa ho deciso di fare quando conosco una persona?

Semplicemente scelgo di non chiedergli che lavoro svolge.

Voglio conoscerla per quello che è, per quello che mi racconta, voglio andare al di là della sua professione e scoprire cosa c’è di altro.

In sostanza, quali sono i primi passi per non farti definire solo dal tuo lavoro?

  1. Inizia a dire NO a te stesso quando l’istinto di identificarti con il tuo lavoro prende il sopravvento;
  2. Inizia a dire NO agli altri che provano a definirti solo in base al tuo lavoro;
  3. Prendi carta e penna e rispondi a queste domande:

Chi sono io al di fuori del lavoro? Cosa amo fare? Cosa mi piace fare?

Quali sono i miei valori?

Cosa mi appassiona?

Quali sono le caratteristiche caratteriali che mi contraddistinguono e che mi rendono speciale?

Voglio dedicarti questa frase:

Quando qualcuno ti chiede: “Chi sei?” e tu rispondi: “Sono un ingegnere”, dal punto di vista esistenziale la tua risposta è errata. Come potresti mai essere un ingegnere? L’ingegnere è ciò che fai, non è ciò che sei. Non chiuderti troppo nell’idea della funzione che svolgi, perché vorrebbe dire chiudersi in una prigione.
(Osho)

Bene, ti saluto e se vuoi condividi nei commenti le tue idee in merito a questo argomento.

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Immagine ripresa da Pixabay: https://pixabay.com/it/


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